Gomes : Joana de Flandres

San Pablo, 2005 (Audio)

Director: Fabio Gomes de Oliveira

 

Interpretes:

  • Paulo Szot
  • Julianne Daud
  • Fernando Portari
  • Marcia Guimaraes
  • Savio SperandinoArchivos para descarga:
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Aporte de Roberto:

Joanna de Flandres Julianne Daud
Raul de Mauleon Fernando Portari
Margarida de Flandres Marcia Guimaraes
Huberto de Courtray Paulo Szot
Conde Balduíno Savio Sperandino
Burg Sergio Weintraub

Coro e Orquestra “MaestroBrazil”
maestros do coro: Marcelo Mechetti e Jayme Guimarães
direção musical e regência
Fábio Gomes de Oliveira

São Paulo – Teatro Alfa, 7 de Julho de 2005

Gomes nacque l’11 luglio 1836 in Brasile nel paese di São Carlos, ora
Campinas, dal maestro Manuel José Gomes e Fabiana Maria Cardoso, in una
famiglia di 26 figli. Le sue tendenze musicali dell’infanzia furono presto
stimolate dal padre, direttore della banda cittadina, e dal fratello
maggiore, José Pedro de Sant’Ana Gomes, anch’egli direttore. José Pedro era
il suo principale riferimento e consigliere durante la sua carriera
artistica. Convinse Antônio a visitare la Corte, dove diviene un protetto
dell’imperatore Dom Pedro II, il quale, avendo un noto interesse per gli
artisti e gli intellettuali brasiliani, rese possibile ad Antônio Carlos di
studiare al Conservatorio di Musica di Rio de Janeiro, dove frequentò la
classe di composizione di Gioachino Rossini. Dopo essersi diplomato con lode
compose nel 1861 la sua prima opera, A Noite Do Castelo, che debuttò con
grande successo al Teatro Lirico Fluminense. Due anni dopo, si ripeté con la
sua seconda opera, Joana De Flandres, considerata ancora migliore della
prima. Queste composizioni convincono l’Imperatore ad offrirgli una borsa di
studio per studiare in Italia, al Conservatorio di Milano, dove studia con
Lauro Rossi e Alberto Mazzucato. Terminato il corso di studi in tre anni,
anziché in quattro, ottenne il titolo di Maestro Compositore nel 1866.
Scrisse le musiche per la rivista Se sa minga di Antonio Scalvini che lo
resero famoso. Nel 1868 seguirono quelle per la rivista Nella luna.
Interessato alla creazione di un’opera sulla realtà brasiliana, Carlos Gomes
sceglie come tema la storia romantica O Guarani, dello scrittore brasiliano
José de Alencar. che ebbe la sua prima rappresentazione nel maggio del 1870
al Teatro alla Scala di Milano, con il nome di Il Guarany. Il successo è
enorme. Anche il più severo dei critici comparò il musicista brasiliano ai
grandi maestri europei, come Rossini e Verdi. Il re d’Italia Vittorio
Emanuele II decorò il creatore dell’opera che venne poi inscenata in tutte
le principali capitali d’Europa. Prima della fine di quell’anno, Gomes
ritornò in Brasile dove organizzò la première de Il Guarany a Rio de
Janeiro, riportando lo stesso successo. Ritornato in Italia, Carlos Gomes
sposò Adelina Peri, una pianista italiana che aveva incontrato durante i
suoi studi milanesi e incominciò la composizione della sua seconda opera,
Fosca. È un lavoro di ambizioni superiori, che a lungo considerò il suo
capolavoro. Il suo debutto avvenne ancora alla Scala, il 16 febbraio 1873,
ma non incontrò il consenso del pubblico. Così Gomes abbassò il tiro e si
riscattò l’anno dopo a Genova dove, il 21 marzo 1874 al Teatro Carlo Felice,
andò in scena il Salvator Rosa, grand-opera di ambientazione napoletana, che
riscosse grande successo e che aprirà la stagione di carnevale 1876-77 in
almeno sette dei più importanti teatri italiani. Scrisse l’inno Il saluto
del Brasile per il centenario dell’indipendenza americana, che venne
eseguito a Philadelphia, il 4 luglio 1876 dal maestro Gilmore. Negli anni a
seguire si dedicò alla revisione di Fosca, che rilanciò alla Scala nel 1878,
i critici furono benevoli ma ancora l’opera non conquistò il pubblico e non
venne ripresa in altri teatri. Il 27 marzo 1879 fu rappresentata al Teatro
alla Scala Maria Tudor, su libretto del poeta scapigliato Emilio Praga
completato da Ferdinando Fontana. La scelta del soggetto era infelice e il
verdetto fu inesorabile: un fiasco. La carriera italiana di Gomes era
praticamente finita. Nel 1883 Gomes tornò in Brasile ricevendo omaggi in
ogni città in cui si recava. Quando ritornò in Italia, dopo aver abbandonato
varie opere appena iniziate, si dedicò alla composizione di un’opera sulla
lotta contro la schiavitù, ispirato dalla liberazione degli schiavi neri in
Brasile, che prende il titolo de Lo Schiavo. L’opera, suggerita da un grande
amico di Gomes, un ingegnere di colore di nome André Rebouças, vedrà la luce
solo nel 1889, quando dopo vani tentativi di farla debuttare in Europa, andò
in scena a Rio de Janeiro. È l’ultimo grande successo del compositore.
Quello stesso anno fu proclamata la Repubblica del Brasile e Carlos Gomes
ripartì per l’Italia. Fedele alla monarchia e a Dom Pedro II, Gomes rifiuta
l’opportunità a lui data dal presidente Deodoro da Fonseca di comporre il
nuovo Inno Nazionale Brasiliano. Negli anni successivi compone l’opera
Condor (Teatro alla Scala, 1891) e la cantata Colombo (Teatro Municipale di
Rio de Janeiro, 1892) per la festa di commemorazione del quattrocentenario
della scoperta dell’America. Invitato del governatore dello stato brasiliano
del Pará per dirigere il Conservatorio di Musica, il maestro lasciò
definitivamente l’Italia, desiderando accettare il posto. Ma purtroppo, già
anziano e malato, morì poco dopo il suo arrivo a Belém il 16 settembre 1896.

Joanna de Flandres, la seconda opera composta da Gomes, non è mai stata
rappresentata dopo le prime recite avvenute al Teatro Fluminense di Rio de
Janeiro nel 1863, si riteneva anzi che la partitura fosse definitivamente
perduta, forse distrutta da un incendio. Restavano solo alcune parti
disperse in un piccolo numero di copie ma, grazie al materiale ancora
disponibile, non sono comunque mancate alcune esecuzioni parziali che hanno
contribuito a mantenere vivo l’interesse. Nel 2002 Fabio Gomes de Oliveira
ha iniziato un minuzioso lavoro di ricerca ed analisi sul materiale
disponibile che gli ha fortunatamente consentito la ricostruzione della
partitura. Nel 2005 lo stesso Oliveira ha promosso, organizzato e diretto la
prima esecuzione moderna della Joanna de Flandres al Teatro Alfa di São
Paulo, dopo 142 anni dalla sua composizione.

JOANNA DE FLANDRES Dramma lirico in quattro atti – Libretto di Salvador de
Mendonça – Musica di Antônio Carlos Gomes
Prima: Teatro Lírico Fluminense, Rio de Janeiro, 15 settembre 1863
Personaggi: Joanna de Flandres (soprano) – Raul de Mauleon (tenore) –
Margarida de Flandres (soprano) – Huberto de Courtray (baritono) – Conde
Balduíno (basso) – Burg (tenore)

L’azione si svolge nel XII secolo, nelle Fiandre al tempo delle crociate.
Balduíno, Conte delle Fiandre partito per la IV crociata, viene considerato
disperso in Terra Santa. Durante la sua assenza il governo é affidato alla
figlia Joanna. Alla corte giunge un trovatore, Raoul de Mauleon, e Joanna si
innamora di lui, lo copre di onori e vive con lui scandalosamente per dieci
anni. A questo punto ha inizio l’opera.
Joanna sposando Raoul de Mauleon gli offre la corona dei Conti di Fiandra.
Ma i fiamminghi, sapendo che Balduíno non è morto, ed anzi é rientrato in
patria travestito da pellegrino, giurano di offrire la propria vita per
ripristinare il legittimo sovrano al potere.
Mentre la corte è riunita per proclamare Raoul nuovo signore delle Fiandre,
appare Balduíno e rivela la propria identità. Benché abbia riconosciuto il
padre Joanna non vuole perdere il potere né deludere al suo amante, e accusa
Balduíno di essere un impostore. Per risolvere la disputa il fido Huberto
chiede che la questione sia risolta ricorrendo al giudizio divino e la sua
proposta viene accettata da tutti.
Balduíno é incarcerato ed incatenato dalla crudele figlia. Nella sua cella
Joanna gli promette salva la vita se egli ammetterà per iscritto di essere
un impostore, rinunciando definitivamente al trono delle Fiandre. Balduíno
in un primo momento vorrebbe accettare ma, quando nella prigione giunge
Margarida, l’altra sua figlia, viene convinto da quest’ultima a non subire
la malvagità della sorella.
Raoul, spinto dal rimorso, tenta invano di convincere Joanna a risparmiare
la vita di suo padre. Si sentono in lontananza suoni di tromba e grida e
Joanna pensa che l’ora fatale sia suonata ma, in realtà, è la folla che
inneggia a Balduíno. Raoul approfittando del trambusto si scaglia con un
pugnale verso Joanna mentre entra Balduíno che si getta sul corpo della
figlia morente cercando di salvarla perché l’ha perdonata. Quando i nobili
fiamminghi si apprestano a immobilizzare Raoul questi si pugnala e cade
morto.